Un tribunal italien reconnaît pour la première fois un mariage homosexuel

>> Il tribunale di Grosseto fa registrare le nozze gay: primo caso in Italia

Un tribunal italien a validé mercredi 9 avril un mariage homosexuel célébré à l’étranger, une première en Italie où les unions homosexuelles ne sont toujours pas reconnues officiellement.

Le tribunal de Grosseto (centre) a ordonné aux officiers d’état civil de la ville d’enregistrer le mariage d’un couple homosexuel célébré à New York en 2012. Les mariés, un architecte et un journaliste âgés de 68 et 57 ans, s’étant vu initialement refuser l’enregistrement de leur mariage, avaient déposé un recours.

La décision a aussitôt été saluée et qualifiée d’historique par les organisations de défense des droits des LGBT (lesbiennes, gays, bisexuels et transsexuels). « C’est un cas sans précédent dans notre pays », a déclaré Sergio Lo Giudice, sénateur du Parti démocrate (centre gauche) et ancien responsable de l’association militante LGBT Arcigay.

« PAS DE RÉFÉRENCE À LA NOTION DE GENRE »

Pour Aurelio Mancuso, président d’Equality Italia, groupe de lobbying pour les droits civils, ces hommes ont « réussi à obtenir ce qui a toujours été refusé par les municipalités et les tribunaux, la reconnaissance de leur statut en tant que couple marié ». Cet « événement révolutionnaire mérite une réaction politique positive » du premier ministre, Matteo Renzi, a estimé pour sa part Fabrizio Marrazzo, porte-parole du Gay center.

Le juge du tribunal de Grosseto, Claudio Boccini, a jugé que les registres d’état civil de la ville ne comportaient « pas de référence à la notion de genre » et que le couple homosexuel devait par conséquent y être inscrit. Le droit du mariage « s’est enrichi de conceptions nouvelles et plus extensives, dont celle du mariage entre deux personnes du même sexe », a-t-il précisé.

Le mariage homosexuel est reconnu par une dizaine de pays de l’Union européenne et dix-huit Etats dans le monde (dont trois dans certaines parties de leur territoire seulement : les Etats-Unis, le Royaume-Uni et le Mexique).

>> Il tribunale di Grosseto ha ordinato al comune della città toscana di trascrivere nel registro di stato civile il matrimonio di due uomini che si erano sposati a New York nel 2012. Anche se la sentenza avrà pochi effetti concreti e sarà probabilmente ribaltata in appello, è un passo storico in uno dei pochi paesi occidentali che non offrono alcun riconoscimento alle unioni tra persone dello stesso sesso.

Dopo essersi sposati con rito civile a New York, nel dicembre 2012, Giuseppe e Stefano hanno chiesto al comune di Grosseto di trascrivere le nozze nel registro di stato civile. Ma l’ufficiale di stato civile ha rifiutato di registrare il matrimonio. Per questo la coppia ha presentato un ricorso in tribunale. E il 10 aprile il giudice di Grosseto Paolo Cesare Ottati ha dato ragione alla coppia perché nel codice civile ”non è individuabile alcun riferimento al sesso in relazione alle condizioni necessarie” al matrimonio. Nella sentenza il giudice spiega che non è ”previsto, nel nostro ordinamento” alcun ”impedimento derivante da disposizioni di legge alla trascrizione di un atto di matrimonio celebrato all’estero”.

La trascrizione non ha natura ”costitutiva, ma soltanto certificativa e di pubblicità di un atto già valido di per sé”. La sentenza del tribunale di Grosseto cita anche precedenti sentenze della Corte europea dei diritti dell’uomo che ”non ritiene più che il diritto al matrimonio” debba essere ”limitato in tutti i casi al matrimonio tra persone di sesso opposto”.

Le reazioni. La sentenza del tribunale ha suscitato subito molte polemiche, ma anche l’entusiasmo di chi è impegnato da anni nella battaglia per il riconoscimento delle unioni civili. “È un precedente unico per il nostro paese”, ha commentato il senatore Sergio Lo Giudice, ex presidente di Arcigay che ha annunciato che chiederà al comune di Bologna di trascrivere anche il suo matrimonio, celebrato a Oslo, in Norvegia.

La conferenza episcopale italiana, invece, ha definito la decisione uno ”strappo”, una ”pericolosa fuga in avanti di carattere fortemente ideologico”. Per i vescovi italiani ”con tale decisione rischia di essere travolto uno dei pilastri fondamentali dell’istituto matrimoniale, radicato nella nostra tradizione culturale, riconosciuto e garantito nel nostro ordinamento costituzionale”.

Gli ultimi d’Europa. In tutto il mondo occidentale i movimenti per i diritti gay stanno facendo delle grandi conquiste. Negli Stati Uniti 13 stati hanno legalizzato il matrimonio tra persone dello stesso sesso, la stessa cosa è avvenuta in Nuova Zelanda e in Uruguay. In Europa hanno legalizzato il matrimonio tra persone dello stesso sesso il Regno Unito e la Francia. Inoltre le unioni civili sono legali in moltissimi paesi.

L’Italia invece è uno dei pochi paesi d’Europa che non prevede nessuna forma di riconoscimento per le coppie di persone dello stesso sesso. Negli ultimi 15 anni alcune città tra cui Milano e Genova hanno istituito dei registri per le unioni civili, che però non hanno validità al di là dei confini comunali. Roma non si è dotata nemmeno di questo strumento.

Tuttavia sembrerebbe che la società italiana sia più aperta dei suoi legislatori. Uno studio dell’Istat del 2011 ha rivelato che 63 per cento degli italiani pensa che i gay dovrebbero avere gli stessi diritti degli eterosessuali e il 44 per cento pensa che dovrebbero potersi sposare. Ma nessun politico vuole rischiare la sua carriera su questa battaglia.